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Sito a cura del Dott. Salvatore Pollina

 

Dove nascere è più dolce.

 

Parto dolce, parto attivo, parto naturale: la terminologia è varia, ma la prassi è unica, tanto semplice in teoria quanto difficile da mettere in atto. L'obiettivo è quello di permettere alla donna di mettere al mondo il suo bambino restando protagonista di quest'avventura unica. Naturalmente tutto ciò è possibile se la gravidanza e il parto non sono a rischio di complicazioni. Gli interventi e le   tecniche chirurgiche, spesso superflui, vengono limitati ai casi in cui si rendono strettamente necessari. Non solo: non si forzano i tempi dettati dalla natura e si cerca di garantire alla gestante un ambiente che protegga la sua intimità. Questa metodica favorisce anche una venuta al mondo appunto dolce: si lascia il bebè con la mamma già dalle prime ore di vita e il bimbo può succhiare al seno da subito. Tutto ciò richiede tempo, attenzione e una grande esperienza. Ecco perché in molti ospedali si preferisce il parto medicalizzato, che prevede il ricorso a farmaci e a tecniche che accelerano il travaglio. Ma vediamo invece come e dove è possibile partorire in modo naturale.

 

Nell'acqua (clicca qui per un'approfondimento).

La vasca per il parto è piuttosto ampia: e rettangolare (misura in genere 180 centimetri per 160 e ha una profondità di circa 80 centimetri). In questo modo, il pancione è sempre all'interno dell'acqua, a prescindere dalla posizione della donna. L'acqua, ha una temperatura di 37 gradi, rilassa e, durante il travaglio riducendo la forza di gravità, attenua la fatica. Inoltre, il liquido funziona come un massaggio e accelera le doglie. Non sempre però si partorisce nell'acqua: in alcuni ospedali si ritiene che sia bene che la donna trascorra il travaglio in acqua, ma esca per partorire. Questo perché il contrasto tra la forza di gravità durante l'immersione (ridotta) e quelle che si ristabilisce fuori dell'acqua (normale) favorisce la discesa del bebè nella fase espulsiva. In molti ospedali si opta per far svolgere anche il parto in acqua perché l'esperienza delle ostetriche suggerisce che questo sia meno faticoso per la donna e meno traumatico per il bebè.

 

Con la musica.

Il parto dolce e mirato a rispettare anche il benessere del piccolo: per questo, quando la testolina affiora si provvede creare la penombra perché il bambino non abbia un impatto traumatico con la luce. Gli operatori parlano a bassa voce e spesso viene messa una musica di sottofondo. Viene data alla gestante anche la possibilità di ascoltare una musica a lei gradita durante il travaglio, sempre che non desideri. Il bambino dopo il parto viene appoggiato sul ventre della mamma prima ancora del taglio del cordone ombelicale. Quest'ultima operazione in molti ospedali viene fatta e seguire al papà (se lo vuole). Se il piccolo sta bene, grazie a questi accorgimenti sentirà meno il trauma del passaggio dal mondo caldo e buio del pancione a quello esterno. L'ostetrica svolge un ruolo fondamentale: è lei che segue l'andamento del travaglio e del parto ed esegue le manovre necessari per far uscire bambino. Inoltre l'ostetrica è in grado di dare alla donna l'indispensabile sostegno psicologico. Il medico interviene soltanto se l'ostetrica rileva qualche problema che deve essere affrontato dal ginecologo.

 

Con il rooming in.

Il rooming in è un tipo di organizzazione che consente alla mamma di tenere con sè il neonato sin dall'uscita dalla sala parto e per tutta la durata della degenza. Questa modalità può essere adottata sia se sono previste stanzette singole sia se ci sono camere per più puerpere. Il "rooming in" viene offerto da quasi tutte le strutture: soltanto in alcuni casi, se le caratteristiche architettoniche non lo permettono (spesso l'ospedale ha solo stanze a più letti) si provvede almeno a soddisfare l'esigenza dell'allattamento a richiesta: il bebè viene portato alla mamma ogni qualvolta manifesti di volere la poppata.

 

Nella camera familiare.

Viene detta stanza familiare, ma anche stanza rosa o azzurra a seconda del colore delle pareti. Si tratta di un locale dell'ospedale arredato come una camera da letto casalinga: in genere, c'è un grande letto a una piazza e mezza, tappeti, cuscini e quadri alle pareti. È previsto un salottino dove il papà può sedersi; in molte strutture la vasca con l'acqua si trova all'interno della stessa stanza familiare. La neomamma vi trascorre le prime ore di vita con il bebè e può avere sempre vicino il proprio compagno. La stanza familiare, proprio perché non ricorda l'ambiente ospedaliero, permette alla donna di travagliare in un ambiente caldo e accogliente, sentendosi quasi come a casa, seppure con alle spalle la struttura medica per qualsiasi evenienza.

 

Libertà di movimento.

Camminando o accovacciate.

In tutte le strutture ospedaliere dove si privilegia il parto dolce si permette alla donna di assumere la posizione che preferisce sia durante il travaglio sia durante il parto. In questi ospedali, infatti, spesso si partorisce su un letto normale (non quello da parto) o accovacciate su un apposito sgabello, o ancora, nell'acqua. La salute della mamma e del bambino e comunque sotto controllo, perché tramite il cardiotocografo (apparecchio che rileva il battito del cuore del feto e l'intensità delle contrazioni) si verifica periodicamente che tutto proceda bene. In molti ospedali, invece, la donna viene collegata al cardiotocografo tutta la durata del travaglio e del parto, costringendola a stare sempre sdraiata.

 

Un travaglio attivo.

Si va sempre più verso una umanizzazione del parto. Sempre di più negli ospedali si tende rispettare il ritmo dettato dalla natura e a ridurre l'intervento medico, anche se non tutti dispongono della vasca o di locali adeguati, per questioni soprattutto economiche e burocratiche. In pratica, e possibile scegliere il parto dolce anche in altre strutture non citate, seppure in queste ultime la prassi non sia attuata in modo sistematico. Il consiglio e quello di verificare preventivamente nel caso in cui ci si rivolgesse a un istituto che non compare nella tabella. Fondamentale comunque è l'approccio dell'équipe di ostetriche e medici, che deve essere concorde nel voler dare alla donna alla possibilità di partorire in modo attivo e dunque nel voler andare incontro alle sue esigenze: la vasca con l'acqua o altri comfort a poco servirebbero se non ci fosse tale premessa. In pratica, la futura mamma dovrà essere aiutata a vivere da protagonista il travaglio e il parto.

 

Tre diverse possibilità.

Un letto normale.

Le stanze per il travaglio sono attrezzate in modo che la donna possa partorire stando sul letto sul quale è stata eventualmente sdraiata durante le doglie. Questo evita il passaggio in sala parto, alla quale si ricorre solo se necessario (come, per esempio, in caso di cesareo se il travaglio non procede regolarmente) o se si presenta qualche problema.

Il seggiolino olandese.

Spesso è possibile per la donna accucciarsi sul seggiolino olandese: si tratta di uno sgabello simile a una ciambella per il wc che permette alla donna, nella fase espulsiva, di usufruire dell'aiuto della forza di gravità (che favorisce la discesa del bambino) durante le spinte e, allo stesso tempo, di essere sostenuta dal seggiolino.

La poltrona.

Esistono anche speciali poltrone regolabili che permettono alla donna di spingere stando seduta. In ogni caso, va ricordato che la partoriente è libera di scegliere: sarà lei a decidere se preferisce alzarsi, sedersi o stare sdraiata. Durante tutta la fase del travaglio e del parto la donna potrà avere vicino a se il padre della creatura che sta per nascere o una qualsiasi a sua scelta.

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lettino per parto più dolce       lettino per parto più dolce

 

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Utile il corso di preparazione.

Può essere utile seguire i corsi di preparazione al parto, gratuiti e istituiti presso molti ospedali. In genere si insegna alla donna a praticare il training autogeno respiratorio (Rat), un metodo che tramite l'autosuggestione e la respirazione, aiuta a controllare il dolore e la tensione. Può aiutare anche la visualizzazione, che consiste nell'allenarsi a "vedere" una situazione (un paesaggio, una parte del corpo). Il corso a volte propone lo yoga,una disciplina di origine indiana mirata a far raggiungere il benessere psicofisico, attraverso particolari posizioni del corpo ed esercizi di respirazione. Ottimo, infine, anche lo stretching: (si tratta di esercizi per allungare e tonificare i muscoli) indicato per assecondare le spinte.

 

Un aiuto da queste tecniche.

L'agopuntura e lo shiatsu.

Entrambe derivate dalla medicina tradizionale cinese, aiutano a controllare il dolore. Si basano sul principio che il corpo sia percorso da canali immaginari chiamati meridiani lungo i quali scorre l'energia vitale. Per ritrovare benessere occorre agire sui punti che corrispondono ad una parte o ad una funzione dell'organismo in modo da riequilibrare l'energia. Con l'agopuntura si raggiungono tali punti con particolari aghi sottilissimi, mentre lo shiatsu si avvale della pressione manuale.

L'ipnosi.

É una tecnica che permette, tramite l'autosuggestione, di raggiungere uno stato di calma come quello che precede il sonno e quindi aiuta ad affrontare parto in modo più rilassato, ma senza perdere coscienza. Autoipnosi, agopuntura e shiatsu necessitano del consulto, e, negli ultimi due casi, dell'intervento di uno specialista già durante la gravidanza. Di norma queste tecniche non sono disponibili nelle strutture pubbliche.

Il canto carnatico.

Prende il nome da una regione dell'India dove le donne se ne avvalgono al momento del parto. Si tratta di una tecnica poco diffusa, ma valida, che attraverso l'emissione di suoni e vocalizi permette alla donna di respirare nel modo migliore per favorire le contrazioni e le spinte e allo stesso tempo la rilassa.

 

Le domande da fare al personale sanitario.

Se non si può andare a partorire in uno degli ospedali segnalati e comunque, sempre, per maggiore sicurezza è consigliabile chiedere alcune informazioni che elenchiamo qui sotto.

1. Posso avere una persona come durante il travaglio e il parto ?

2. Quando entrerò cosa mi aspetta? (Chi mi accoglierà, sarò sottoposta a clistere o alla rasatura del pube).

3. Quali sono le procedure di routine? (monitoraggio continuo o intermittente, somministrazione di ossitocina)

4. C'è la possibilità di rimanere nella stessa stanza sia durante il travaglio sia durante il parto?

5. Posso muovermi liberamente e usare l'acqua? (vasca, doccia)

6. É possibile usare uno sgabello o dei cuscini ?

7. Nella fase espulsiva posso assumere la posizione che preferisco ?

8. Qual'é la percentuale di episiotomie? (non dovrebbe superare il 40%)

9. Dopo il parto posso avere subito il bambino ?

10. Quale la percentuale di parti cesarei? (non più del 15%)

11. In caso di cesareo il mio compagno può stare con me o prendersi subito cura del bambino ?

12. Il bimbo può stare in camera con me ?

13. Posso fare l'allattamento "integrale" ? (prima il colostro, poi il latte senza somministrazione di altre soluzioni)

14. Il mio bambino sarà accolto in modo dolce ? (silenzio, luce soffusa, attesa del taglio del cordone ombelicale)

 

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