La verità
sull'epidurale.
Elimina il dolore del parto e lascia al tempo stesso la mamma attiva e cosciente. Ma in
Italia questanestesia non è ancora molto diffusa. Le cause? Una scarsa informazione
e problemi organizzativi. Non tutte le future mamme se la sentono di affrontare i dolori
del parto. Per aiutarle, lo strumento migliore è l'anestesia peridurale (o epidurale).
Una tecnica sicura ed efficace che permette di non sentire male, ma al tempo stesso di
avvertire le contrazioni e i tempi delle spinte. Ma non tutte le strutture sanitarie la
praticano anche se la paziente la richiede.
Perchè se ne
fanno poche.
Nel nostro paese non è molto praticata per motivi
tecnico-organizzativi:
- le pazienti non sono sempre informate adeguatamente dalle strutture sanitarie locali;
- molte mamme hanno un'eccessiva paura degli inconvenienti dell'epidurale per la loro
salute. Inconvenienti che, in realtà, ci sono in un caso su diecimila;
- diversi ospedali non l'effettuano ancora;
- in diversi reparti l'anestesia non è sempre a disposizione (24 ore al giorno)
dell'équipe di sala parto, accanto al ginecologo, all'ostetrica e al pediatra;
- in alcuni corsi di preparazione al parto si creano false aspettative nelle mamme. Le si
illude di poter controllare completamente il dolore del travaglio con il training autogeno
respiratorio e con la preparazione psicologica. Ma ciò non è possibile per tutte le
partorienti perché lo scopo di tali tecniche non è l'eliminazione del dolore ma meglio
predisporle al travaglio e al parto.
Paure
eccessive ed ingiustificate.
I disturbi che l'epidurale può causare sono, nella maggioranza dei
casi, di lieve entità, transitori. Mentre gli inconvenienti più gravi sono rarissimi.
- Il mal di testa, possibile in alcune mamme dopo l'introduzione del farmaco, non dura
più di due-tre giorni dalla nascita.
- Il prurito alle gambe, che non è mai troppo fastidioso ed è di brevissima durata,
compare solo a volte (nel 10% dei casi).
- I dolori alla schiena, a volte presenti in alcune mamme dopo la nascita del bambino, non
sono da riferirsi alla peridurale perché sono presenti anche in donne che hanno partorito
senza l'analgesia e sono probabilmente legati agli sforzi del parto.
- Le complicazioni neurologiche, cioè la possibilità che in conseguenza di un ematoma
nel punto dell'iniezione si abbia una marcata riduzione della sensibilità degli arti
inferiori anche per alcuni mesi, sono rarissime (coinvolgono una donna su 10
milioni).Inoltre, se un tempo, l'epidurale comportava anche un uso maggiore di ventosa o
forcipe e frequenti cesarei, oggi ciò non avviene più sia per l'utilizzo di farmaci
diversi e a dosaggi ridotti, sia per il fatto che questanestesia viene eseguita in
una fase avanzata del travaglio quando la testina del bambino è entrata nel canale del
parto, le contrazioni sono ritmiche e il collo dell'utero ha una dilatazione misurabile
tra i 2 e i 4 centimetri.
Le domande
giuste da fare.
Per non crearsi false aspettative, prima di decidere a quale struttura
affidarsi per il parto, la mamma che desidera l'anestesia peridurale dovrebbe porre queste
domande fondamentali ai responsabili .
- Si effettua la peridurale? Se "si" è garantita realmente 24 ore su 24?
- Tutti gli anestesisti che lavorano in questa struttura la praticano?
- Esiste un laboratorio di anestesiologia dove effettuare una visita preliminare al parto
nel corso della quale l'anestesia può richiedere ulteriori esami oltre a quelli già
previsti dall'ostetrico?
- E' gratuita o a pagamento? Anche in alcuni centri pubblici, infatti, si paga. Le spese
per la peridurale possono variare tra mezzo milione ed un milione e mezzo di lire.
- Nei corsi di preparazione al parto si parla di epidurale? (Se "no" è molto
improbabile che poi venga praticata) E a parlarne è l'ostetrico o l'anestesista? Meglio
quest'ultimo che conosce a fondo il tema.
- Esiste un opuscolo che parla di epidurale alla futura mamma?
Ma di
cosa si tratta in pratica ?
L'epidurale consiste nell'iniezione di
farmaci anestetici nella parte bassa della schiena, tra l'osso vertebrale e la membrana
che ricopre il midollo spinale, la cosidetta "dura madre". Si tratta di
anestetici locali molto simili a quelli che usa il dentista, che non passano nel sangue e
non hanno alcun effetto sul bambino. Non sono quindi pericolosi né per la mamma né per
il bebè e permettono, in ultima analisi, un parto con minore stress. La tecnica esiste da
oltre un secolo (risale al 1885) e tra le prime donne a sperimentarla vi fu la regina
Vittoria della Gran Bretagna. Ma se è molto praticata in altri Paesi (vi si sottopongono
il 70% delle donne che partoriscono nel Regno Unito, il 60% in Spagna, il 35% in Francia,
il 30% in Germania) in Italia interessa solo il 10% delle partorienti che abbassano
notevolmente (al 20%) la media europea
Sito a cura del Dott. Salvatore Pollina
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