Sito a cura del Dott. Salvatore Pollina
Infezioni virali in gravidanza: L'herpes genitale.
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Herpes genitale.
Si chiama herpes simplex 2 e
colpisce la metà inferiore del corpo, in particolare la zona dei genitali (le forme
dovute all'herpes simplex di tipo 1 colpiscono la metà superiore del corpo e, in
particolare, viso e labbra). È la più comune malattia a trasmissione sessuale e
interessa quasi 100 milioni di individui nel mondo. Nel nostro paese, dal 1998 a oggi, i
casi sono aumentati progressivamente, fino a giungere al 5% in più rispetto ad allora. Le
donne sono colpite quattro volte più degli uomini. L'infettività è molto elevata: in
particolare, il virus si trasmette più facilmente dall'uomo alla donna. In un rapporto in
cui il partner maschile è infetto la partner ha il 60% delle probabilità di contrarre il
virus. Questi sono dati statistici basati sul numero di casi identificati, ma si ritiene
che il numero effettivo di persone colpite da herpes genitale sia di gran lunga superiore.
Non tutti i casi infatti vengono regolarmente segnalati, malgrado l'obbligo di denuncia
obbligatoria previsto dalla legge. Più comune dunque di quanto si possa pensare, il
disturbo, se contratto in gravidanza, può comportare conseguenze anche serie per il feto.
Ecco perché è importante prevenirlo. Ma vediamo di che cosa si tratta, le precauzioni da
adottare e le eventuali cure.
Come si trasmette. L'herpes genitale rientra nel gruppo delle malattie a trasmissione sessuale, ossia quelle che si contraggono mediante rapporti sessuali; come la maggior parte di questi disturbi, può essere dunque prevenuto evitando i rapporti con il partner che lo abbia contratto o con alcune precauzioni. I virus herpetici si trasmettono tramite i liquidi organici come sperma e secrezioni in genere e penetrano attraverso abrasioni o ulcerazioni di pelle o di mucose. Il virus può essere trasmesso anche tramite il contatto con le mucose genitali infette. Quindi, il rischio esiste anche se l'uomo non giunge all' eiaculazione. Ecco perché il profilattico deve essere adottato sin dall'inizio del rapporto.
I sintomi. I sintomi variano da individuo a individuo e possono anche rimanere a lungo nascosti. Perciò, sette volte su 10 il compagno trasmette inconsapevolmente la malattia. La manifestazione tipica e la presenza di vescicole dolorose sulla pelle e sulle mucose della sua genitale; le vescicole, oltre a ulcerarsi, sono accompagnate da malessere generale, febbre e in ingrossamento delle linfoghiandole dell'inguine. Il riconoscimento dell'herpes genitale può essere immediato se il medico osserva le vescicole. Tuttavia, è difficile che esse rimangano a lungo nelle mucose genitali senza ulcerarsi (cioè rompersi che non essere più riconoscibili), quindi spesso non vi sono elementi sufficienti per una conferma della diagnosi tramite una semplice visita. Si può ricorrere ad alcuni esami specifici (basta un piccolo prelievo di mucosa in una zona lesionata, mediante un tampone). Attraverso l'osservazione al microscopio, si possono mettere in evidenza le alterazioni causate dal virus.
Le cure più indicate. Prima del concepimento: se l'uomo è contagiato e la partner non è incinta, entrambi dovranno assumere farmaci anti virali a base di aciclovir (per esempio, Zovirax, Cycloviran ed Efrivir). È importantissimo evitare di contrarre il virus dell'herpes genitale e curare bene l'infezione nel caso in cui si manifesti prima di restare incinte.Durante la gestazione: se contratta per la prima volta in gravidanza, la malattia può comportare seri rischi per il feto, soprattutto se il contagio avviene nei primi tre mesi. Meno rischi per il feto, invece, se la donna e già stata colpita dall'infezione nel corso della sua vita: la riattivazione del virus in genere non dà problemi proprio perché l'organismo ha già sviluppato gli anticorpi che ne bloccano la proliferazione. È quindi difficile che il feto venga contagiato. In ogni caso, l'infezione può essere curata localmente con pomate a base di aciclovir ed eventualmente con cure per bocca (o iniezioni intramuscolari) basate sullo stesso principio attivo. Non è ancora provato se e come i farmaci possano essere tossici per il feto: quindi andranno assunti sotto controllo del ginecologo (lo specialista può decidere di non somministrarli). La donna in tal caso dovrà comunque sottoporsi a controlli per verificare l'andamento dell'infezione.Le ricadute. I virus herpetici (herpes simplex 1 e 2 e quello della varicella, Zoster) restano vitali nell'organismo, cosicché sono possibili recidive, cioè ricadute, fino a 12 volte nell'arco dell'anno in cui c'è stato il contagio. Una volta penetrato nelle cellule di cute o mucose, il virus ne sfrutta le strutture interne per riprodursi. In questi virus, il Dna (sostanza contenente le informazioni di un organismo) si fonde con quello della cellula dell'organismo umano. A questo punto, il virus si dissemina nelle zone vicine attraverso i prolungamenti delle cellule nervose: invade queste ultime, dove rimane vivo anche se in forma inattiva (quiescente). Nel caso di un indebolimento, si riattiva, ripercorre i prolungamenti delle cellule nervose verso la superficie cutanea, dove dà una nuova manifestazione (recidiva). Per prevenirlo. Spesso il virus dell'herpes genitale non dà sintomi e l'uomo può non accorgersi di averlo contratto. È bene che la coppia adotti alcune precauzioni se lui ha il sospetto di poter essere venuto a contatto col virus. È bene usare il profilattico durante rapporti sessuali, da indossare prima che il pene venga a contatto con la vulva e la vagina perché l'infezione non si trasmette solo al momento dell'eiaculazione. Astenersi dall'avere rapporti se l'infezione si è manifestata e usare lavette separate per il bidet. L'uomo dovrà sottoporsi subito alle cure necessarie che gli saranno prescritte dallo specialista (andrologo o urologo) o dal medico curante.Se compare serve il cesareo. Se l'herpes genitale compare nei nove mesi, sarà necessario il cesareo, per evitare al piccolo di venire in contatto con il virus nel passare attraverso il canale del parto. In caso di parto naturale, il rischio di contagio del feto e alto: va dal 3% per le ricadute al 30% nel caso in cui la malattia sia stata contratta per la prima volta. L'herpes neonatale, cioè contratto dal neonato, è rarissimo (un neonato su 9.000 gestanti infette) proprio grazie al cesareo. Nel 40% dei casi, è accompagnato da serie conseguenze, soprattutto a carico degli occhi (infiammazione della cornea, il rivestimento che forma la parte anteriore dell'occhio, e delle congiuntive) e del sistema nervoso centrale.
Un esame da fare nei nove mesi. Tra gli esami di routine prescritti alla donna nel momento in cui apprende di esser incinta c'è il cosiddetto complesso di torch, eseguito tramite un prelievo di sangue. Attraverso questa indagine si verifica se la mamma possiede gli anticorpi per i virus erpetici, per la toxoplasmosi, il citomegalovirus e la rosolia. Quest'ultima e i virus herpetici hanno caratteristiche comuni. In generale, se la mamma ha gli anticorpi per i virus herpetici può dire che ha già contratto almeno una di queste infezioni. La famiglia dei virus herpetici comprende il virus della varicella: tramite l'esame di Torch, si individua se ci sono gli anticorpi a virus herpetici in genere. Ma la presenza di anticorpi segnala che la donna e protetta: poiché questi virus sono simili tra di loro, se il suo organismo ha sviluppato gli anticorpi (per esempio, perché si è avuta la varicella) è più pronta a difendersi dai virus herpetici. In caso contrario, la madre dovrà adottare tutte le precauzioni necessarie per non contrarre l'herpes genitale.
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