Mamme, nonne, uteri prestati o affittati, ovuli congelati e, ultima
notizia di cronaca, ovuli di due donne fusi insieme: le moderne tecniche
della genetica offrono possibilità sempre nuove per avere un bimbo forzando la
natura. Ma fino a dove è lecito spingersi? È una questione delicata, che coinvolge tutte
le coscienze. Anche per questo, benché se ne discuta da anni, in Italia non esiste ancora
una normativa che regolamenti la fecondazione assistita. Quando intervenire? Con quale
tecnica? Che cosa è lecito fare e cosa no ? Finora è stato tutto affidato alle scelte
dei singoli istituti. Il risultato è una situazione paludosa, che presenta qualche
rischio. Per questo oggi sono proprio gli studiosi dei vari centri per l'infertilità più
all'avanguardia a sottolineare la necessità di una legge che faccia chiarezza.
Il testo in discussione solo per le coppie.
Secondo il testo in discussione possono accedere alle tecniche di procreazione
medicalmente assistita coppie di adulti di sesso diverso, coniugate o stabilmente legate
da convivenza, in età potenzialmente fertile e, comunque, non superiore ai 52 anni.
Infertilità o sterilità.
Il ricorso alle tecniche di procreazione assistita è previsto solo se non sia possibile
una diversa soluzione. È, quindi, necessario che ci sia una causa certificata di
infertilità o di sterilità (oppure devono trascorrere due anni di tentativi di
procreazione nel caso in cui la medicina non accerti le cause del perché la coppia non
riesca ad avere un figlio).
L'età della donna.
In ogni caso, si terrà conto dell'età e dello stato di salute della futura mamma (la
fertilità della donna diminuisce con gli anni e la possibilità di successo della
fecondazione assistita dopo i quarant'anni si riduce).
Le regole per i donatori.
La proposta di legge prevede il ricorso a donatori solo se non è possibile fare
altrimenti. Se non ci sono problemi particolari (malattie genetiche o infettive che
possono essere trasmesse al bimbo) si preferisce l'utilizzo di tecniche di tipo omologo,
nelle quali sono usate le cellule sessuali (gameti) dei genitori. La donazione potrà
essere effettuata solo presso centri pubblici autorizzati di raccolta e di conservazione
dei gameti. Saranno questi centri, iscritti in un registro, ad accertare l'idoneità del
donatore. I gameti possono essere conservati per cinque anni e non è possibile utilizzare
i gameti di uno stesso donatore per più di cinque gravidanze. L'identità del donatore
sarà nota solo al centro di raccolta e non ci sarà alcun legame tra lui e il bimbo.
Informazione e chiarezza.
Tra gli obiettivi della proposta di legge c'è anche una migliore informazione sui
problemi della fertilità. Se la legge verrà approvata, i consultori dovranno fornire
servizi di informazione e assistenza anche riguardo ai problemi dell'infertilità e alle
procedure per adozione e affidamento. La coppia che decide di ricorrere alle tecniche di
fecondazione assistita, dovrà essere informata sulle metodologie utilizzate, le
possibilità di successo e gli effetti collaterali. Entrambi i futuri genitori dovranno
poi firmare una dichiarazione di consenso. La tecnica proposta dovrà essere adeguata alla
causa di infertilità: non si potrà applicare la tecnica più nuova è più costosa anche
quando non è necessario.
Che cosa è vietato.
La legge sulla procreazione assistita ha anche il compito di limitare la sperimentazione.
Il testo unificato pone divieti uniti a sanzioni penali. Ecco cosa è vietato:
- ogni forma di commercio di ovuli, embrioni e sperma;
- la promozione commerciale delle tecniche di procreazione assistita;
- la raccolta del seme presso centri privati;
- la fecondazione o l'impianto di un embrione dopo la morte di uno dei genitori;
- la miscelazione di liquido seminale proveniente da persone diverse;
- qualsiasi forma di prestito o di affitto del corpo di una donna a scopo di gravidanza;
- il disconoscimento di paternità dei bambini concepiti con la fecondazione assistita
anche se il seme è di un donatore;
- i processi di clonazione umana;
- qualsiasi forma di esperimento sugli embrioni.
Politici in disaccordo.
In parlamento sono state presentate diverse proposte di legge sulla fecondazione
assistita. La commissione della Camera dei Deputati che se ne occupa (per gli affari
sociali) ha istituito un comitato con il compito di redigere un testo unificato da
discutere in tempi brevi. Il comitato ha compiuto scelte non condivise da tutte le forze
politiche. In materia di riproduzione assistita, infatti, esistono punti cruciali sui
quali è difficile trovare un accordo generale, come il diritto per i single o le coppie
non sposate di utilizzare queste tecniche.